giovedì 7 ottobre 2010

I capelli rossi di Ramses

Paragrafo tratto dal libro "Ramsete II, figlio del sole" (1996) di Christiane Desroches Noblecourt, che è stata Conservatore Capo della sezione egizia del Louvre, organizzando nel 1976 una memorabile esposizione su Ramses II e curando personalmente il trasferimento della mummia in Francia per il periodo di cura a cui fu sottoposta.

Rivolgiamo ora l'attenzione alle ricerche condotte sulla splendida capigliatura del re, ancora morbida e setosa, che dopo essere stata delicatamente spazzolata riprese l'aspetto naturale con larghe onde inanellate. Subito dopo aver tolto le bende (1° giugno 1896 n.d.t.), Maspero aveva constatato che i capelli del sovrano, divenuti bianchi, erano stati tinti con l'hennè e questo resta un fatto incontestabile. Un altro motivo sembra sia all'origine della pigmentazione rossastra che esiste ancora sui capelli alla base del cranio: forse era quello il loro colore naturale, che in quel punto resiste più a lungo. Nel caso che il glorioso faraone presentasse davvero una chioma rossa (forse ereditata dai suoi progenitori), questa scoperta sarebbe di eccezionale interesse. Nell'antico Egitto quelli che sfortunatamente erano dotati di questa caratteristica, con i peli del colore delle sabbie sterili e dei fulvi animali del deserto, erano considerati esseri diabolici, esseri "tifoniani" sacri al Tifone degli antichi, il dio Seth. Erano chiamati con disprezzo "forme rosse". Nel famoso Libro dei Sogni, i loro erano analizzati in un capitolo speciale, come sogni dei compagni di Seth. Così, all'inizio della XIX dinastia, due faraoni ricevettero il nome di Sethi (tra cui il padre di Ramses n.d.t.), ossia quello di Seth. Va ricordato che Ramses II si attribuiva la forma divina del dio, dal quale dichiarava discendenti i suoi antenati. Arrivò persino ad associarlo a Baal degli asiatici. E si noti che nel mito solare, Seth appare non solo come l'immagine della perturbazione necessaria allo svolgersi delle stagioni, all'equilibrio delle forze cosmiche, ma, soprattutto, come l'alleato dell'astro, nella cui barca sale per meglio difenderlo dal Maligno. In realtà il demonio, il solo che sia veramente riconosciuto come spirito del male, non è Seth ma Apophis, il pericoloso serpente. E allora (Seth) non è soltanto un male necessario, il Caino, il Caliban, ma si pone come l'aspetto dinamico del divino, che riversa i suoi benefici sull'Egitto.

Ci si consenta una piccola anticipazione sull'ulteriore svolgersi della sua storia. Tenendo presenti le conclusioni dei tredici specialisti che hanno ritenuto di poter confermare con quasi totale sicurezza che Ramses avesse per natura i capelli rossi, si riconosce subito l'importanza di questa inattesa rivelazione, che illumina le scelte e l'atteggiamento talvolta provocatorio del re. Valorizzare una particolarità fisica che avrebbe potuto distruggere un altro più debole di lui, mutare un aspetto nefasto in strumento di successo, quale vittoria! Lungi dal tentare di mascherare ciò che in altre epoche (evidentemente nel Nuovo Regno il disprezzo era andato scemando in semplice superstizione n.d.t) sarebbe stato un grave handicap, Ramses convinse il popolo a vedere in quella chioma fiammeggiante la prova della sua origine sethiana, espressione divina presentata come benefattrice dei suoi padri!

Evitando di chiarirlo espressamente nei testi, Ramses manovrò in modo che la sua fulva chioma apparisse come una benedizione speciale, elargita da Seth, una delle emanazioni necessarie del sole.

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