martedì 17 agosto 2010

Il mio viaggio in Egitto - Prima Giornata - parte 2

COLOSSI DI MEMNONE

Prima di raggiungere il tempio di Luxor, facciamo una breve tappa fotografica sul sito dei Colossi di Memnone. Le due solitarie statue rappresentano in realtà il faraone Amenofi III della XVIII dinastia, e in origine fronteggiavano il pilone del suo tempio funerario, una struttura enorme, oggi del tutto scomparsa. Il nome odierno si deve ad una leggenda di epoca greca e ad un fenomeno acustico prodotto dal vento che si incastrava fischiando nelle fessure della pietra, fenomeno che a causa di un restauro antico ha smesso di manifestarsi. Effettivamente i colossi sono molto danneggiati e sfigurati; anche così, però, vi assicuro che fanno un grande effetto sui visitatori!
Chi ha battuto Ramses nell'erigere strutture enormi? Ma proprio Amenofi III parecchi anni prima di lui. È facile rendersi conto del collegamento, se si sa che Ramses II ispirava il suo governo a quello del predecessore (che aveva iniziato tra l'altro il tempio di Luxor da lui concluso). È comunque sconvolgente scoprire come Amenofi avesse voluto e costruito statue così immense, le sculture più gigantesche che ho avuto il piacere di contemplare in Egitto. E questo un poco mi ha stupito.

I Colossi di Amenofi non entravano interi nelle fotografie!!

TEMPIO DI LUXOR


La mattinata è oramai al culmine quando prendiamo la barca a motore, attraversiamo il fiume e scendiamo proprio dietro il celeberrimo tempio di Luxor, o Opet Meridionale, come lo chiamavano gli antichi egizi. Probabilmente sono passate le undici, e fa caldo. Ma grazie alla mancanza d'umidità, la canicola è perfettamente sopportabile.
Percorriamo a piedi tutto il perimetro del tempio, dal retro fino ad arrivare alla facciata, dove riceviamo il biglietto d'ingresso. Sono davvero emozionata! Occhieggio da una certa distanza il pilone, e mi rendo conto di essere davvero in uno dei luoghi che più desideravo visitare. Al mio arrivo, mentre dall'aeroporto il nostro bus ci portava alla motonave, Yasser aveva attirato la nostra attenzione chiedendoci di voltarci a destra, ed era comparso davanti alla mia vista il tempio di Luxor, che mi aveva lasciato a bocca aperta già da quella fugace visione. È una cosa molto strana e surreale, studiare per anni un sito archeologico del genere, vederlo in mille fotografie e da tutte le angolazioni possibili, ma quando ci sei e te lo vedi davanti, imponente e maestoso, la tua visione cambia, prendi coscienza di quali sono le dimensioni reali, è come immergersi in una foto, entrare dentro un altro mondo. È difficile descrivere la sensazione che si prova davanti a tali meraviglie. Il tempio di Luxor poi è davvero grazioso. So che può sembrare una parola poco azzeccata, ma uso questo aggettivo in riferimento alla sua struttura, semplice e schietta, lineare, perfetta. Dentro c'è ogni tipo di bellezza e di raffinatezza dell'arte scultorea e di rilievo parietale. L'archietettura è raccolta, ordinata, bella. Niente di dispersivo. Nonostante ci sia tantissima gente, che come al solito un po' mi disturba, riesco a godermi la bellezza del luogo. Entrando, sul primo pilone fatto erigere da Ramses, c'è l'obelisco superstite (il suo gemello si trova oggi in Place de la Concorde a Parigi), alto e aggraziato, baciato da un sole quasi a picco.

Sulla parete esterna dello stesso pilone, si scorge ancora chiaramente il rilievo della Battaglia di Qadesh!

Passiamo poi sotto i due colossi del faraone che più amo, uno dei quali molto rovinato. Il suo gemello però è splendido e altissimo, perciò ne approfitto per usare a più non posso la mia fotocamera.

Oltre il pilone, fermandoci a tratti per udire le spiegazioni di Yasser, ci troviamo nel cortile a cielo aperto, condito di mirabili statue in piedi di Ramses e di due colossi che fiancheggiano l'ingresso alla sala ipostila. Quello alla mia sinistra è purtroppo rovinato, ma come al solito l'altro è integro, ed è la scultura più bella che fino a quel momento ho avuto la fortuna di vedere (dico così perchè non ero ancora stata a Mit-Rahina). La pietra è granito nero, i tratti sono di una maestria incomparabile. Come si fa a non sorridere di meraviglia davanti allo stesso sorriso peculiare di Ramses che quasi sembra compiacersi della perfezione della sua stessa statua?Entriamo nella sala ipostila, e ne approfitto per fare qualche video. Camminare fra queste colonne a forma di palma è un'esperienza straordinaria, voglio conservare il ricordo con un video e provare a comunicarlo a chi lo vedrà, ma è difficile filmare e guardare, e infatti la ripresa è troppo mossa e frenetica; non si può avere tutto!Yasser ci porta fino al naos, nella parte costruita da Amenofi III, e ci fa fermare davanti ad una rappresentazione del dio Min, itifallico, al cui membro è sovrapposto un geroglifico dalla forma strana, capsulare con un rivoletto discendente. Ai profani subito viene da pensare che somigli ad uno spermatozoo. Yasser credo giochi su questa cosa, consapevole che la gente è facilmente affascinabile dai misteri, e fa subito la domanda "Come potevano gli antichi egizi, senza miscroscopio conoscere gli spermatozoi? Questo è un mistero". Io rimango zitta ed evito di far notare che quello è il geroglifico che simboleggia un vaso con acqua che cala, che indica l'abbondanza o il defluire, ma dubito che Yasser, da egittologo, non lo sappia benissimo. D'altra parte, che cosa non si fa pur di catturare l'attenzione dei visitatori golosi di misteri??Al termine del giro guidato abbiamo del tempo libero per le foto, quindi ci fiondiamo nel cortile e davanti al pilone per immortalarci in un simile posto, pronti per l'ultima escursione della giornata, ossia il tempio di Karnak.

TEMPIO DI KARNAK

Copriamo la distanza di 3 km dal tempio di Luxor a quello di Karnak in bus. Anticamente, a collegare i due templi vi erano due viali di sfingi uniti: per un km e mezzo da Luxor sfingi, e per il restante tratto arieti a immagine del dio Amon, patrono e signore del complesso dell'antica Tebe, capitale d'Egitto nella XVIII dinastia. Il lunghissimo viale è visibile dal tempio di Opet Meridionale (Luxor), ma non è ancora stato completamente portato alla luce e restaurato. Ci sono scavi in corso per riportarlo sotto gli occhi dei moderni in tutta la sua lunghezza. Arriviamo davanti a Karnak che è oramai quasi mezzogiorno, se non più tardi, e adesso il caldo si fa veramente sentire. Pare essere caduto anche il lieve venticello che ci ha accompagnato all'inizio del nostro tour, e il nostro gruppo cerca disperatamente l'ombra. A me non importa tanto. Per risalire in bus da Luxor ho fatto un pezzo di strada di corsa e Yasser ha commentato ridendo "Tu hai il fisico per correre sotto il sole!". Che ci vuoi fare, amico? Ormai sono una creatura del deserto ^_^
Davanti a Karnak sono un poco meno elettrizzata che davanti a Luxor, non so perchè. Forse ho visto troppe cose tutte assieme e ho paura di non serbare il ricordo di ogni cosa come si deve... Però mi basta vedere la statua di Ramses in piedi che accoglie i visitatori per recuperare l'entusiasmo che la calura mi vuole rubare. Quante cose ancora da vedere dentro quello scrigno che è Karnak!

Il tempio, o meglio, il complesso templare è gigantesco, e sono costretta a seguire Yasser da vicino, altrimenti rischio di perdermi. C'è poca gente, perchè è tardi, ma evidentemente il caldo mi deconcentra. Varchiamo il primo e il secondo pilone, e ci ripariamo all'ombra di un colonnato nel cortile, dove Yasser ci racconta un po' di Ramses, visto che è stato lui a costruire ed ampliare la maggior parte delle strutture architettoniche del tempio; solite notizie, quanto ha regnato, chi era sua moglie, quanti figli ha avuto. Nel nostro gruppo ci sono molti "profani" ossia turisti che hanno solo sentito vagamente parlare dell'Antico Egitto, però è divertente come gli uomini accolgono la notizia delle 50 concubine di Ramses e dei suoi cento figli; c'è chi si congratula ad alta voce! Che risate! Percorriamo poca strada ed eccoci alla grande sala ipostila, con le sue meravigliose 134 colonne a forma di papiro aperto, nel capitello delle quali si scorge ancora il colore! Ogni colonna è alta 22 metri, e tenendo il naso per aria non so assolutamente da che parte girarmi! Mi sento minuscola e persa in questa foresta di pietra, davvero impressionante!

Ci tratteniamo all'ombra della sala per la spiegazione e le foto, poi via verso il Lago Sacro. A questo punto il mio cervello doveva essere davvero saturo di tutto ciò che ho visto in una sola frettolosa mattinata, perchè ascolto Yasser ma mi dimentico beatamente di fotografare il Lago, una delle cose che più volevo vedere!! Mi metto invece a girare attorno alla statua di uno scarabeo, per tre volte, col proponimento di tornare in Egitto. Ripercorro la strada per andar via a ritroso dietro al nostro gruppo, ricordandomi solo all'uscita di non aver portato a casa una foto del meraviglioso lago artificiale, ma ormai è troppo tardi per correre indietro! Mi rassegno, pensando però che la visità è stata troppo breve e frettolosa per i miei gusti. I nostri compagni di viaggio non vedono l'ora di sedersi nel bus al fresco, ma io mi rammarico per non aver potuto girare bene e lentamente tutto l'enorme complesso di Karnak. So che più internamente nel santuario di Amon ci sono rilievi parietali con ancora vividi colori e non averli rimirati personalmente è uno smacco. Chissà, forse quando potrò tornare riuscirò a godermelo meglio.

Il mio viaggio in Egitto - Prima Giornata - parte 1

Il resoconto di questo viaggio si basa solo sulle impressioni che ho derivato dai monumenti e dai siti archeologici che ho visitato. Sarebbe troppo ampio descrivere per intero la meravigliosa settimana che ho passato nella terra dei faraoni, quindi ho deliberatamente deciso di restringere il campo descrittivo a ciò che fin dagli albori della mia passione per l'egittologia bramavo vedere coi miei occhi. Ricordo che testo e fotografie sono personali!
Andiamo a incominciare:

BREVE INTRO


Ho intrapreso questo viaggio assieme a mio fratello Riccardo e alla mia amica Emanuela; prima di partire mio fratello ha fatto un excursus egittologico obbligato ma molto breve, grazie a dei miei libri che ha voluto leggere, quindi possiamo dire che non era un turista totalmente comune. La mia amica invece si è dichiarata turista ordinaria, e devo dire che è stato molto interessante cogliere i diversi punti di vista a seconda delle conoscenze che ognuno di noi possiede. Per quanto mi riguarda, desideravo compiere questo viaggio da anni; sto costruendo una biblioteca egittologica personale, e studio egittologia da autodidatta da circa 10 anni.
Il nostro arrivo in Egitto è stato davvero entusiasmante e molto frenetico. Dalla Sardegna siamo arrivati in Emilia Romagna il giorno precedente del nostro volo per l'Egitto e siamo arrivati a Luxor il 10 maggio, intorno alle quattro o cinque del pomeriggio. Spenderò solo poche parole per l'arrivo, giusto per citare i ricordi più emozionanti, come l'ondata di calore che ci ha avvolti appena usciti dalla cabina dell'aereo, o la piccola tempesta di sabbia che quasi ci impediva di atterrare, o la meravigliosa visione delle rive al tramonto una volta sulla nave in mezzo al Nilo... È stato un po' come essere catapultati in un altro pianeta.
Ma l'avventura comincia il giorno successivo, con le nostre agognate escursioni da Luxor in giù.


11 maggio

VALLE DEI RE

Arriviamo all'entrata della Valle poco dopo l'alba. Il cielo è madreperlaceo, il sole lo illumina d'oro e pesca, uno spettacolo surreale visto dal nostro bus. Il clima dell'Alto/Medio Egitto è stupendo, fa caldo, ma non c'è umidità, il che rende la passeggiata splendida. Soffia una lieve brezza che è stata davvero la gioia della nostra prima giornata in Egitto.

Non riesco a rendermi conto che sono in un luogo molto antico, il che mi dispiace; c'è troppa modernità, troppa organizzazione, troppa gente! Avevo immaginato di arrivare alla Valle, luogo dell'ultimo riposo dei faraoni del Nuovo Regno, nel silenzio e in una sorta di raccogliemtno interiore, cosa che devo ben presto accantonare come uno sciocco sogno ad occhi aperti. Mi danno un biglietto, quasi mi sembra di entrare in una fiera... Il turismo di massa purtroppo fa perdere un po' di romanticismo alla visita, è una cosa alla quale mi sono dovuta abituare durante tutto il viaggio. Mentre cammino, forse a causa della tanta gente che ho attorno, non riesco a rendermi subito conto del posto sbalorditivo in cui mi trovo: la Sacra Valle, dentro la Montagna Tebana. Me lo ripeto nella mente, ma il chiasso, i trenini per il trasporto dei turisti e il lieve disorientamento di chi deve stare attento e seguire il proprio gruppo mi impediscono di emozionarmi davvero. In compenso, il paesaggio è superbo. La Valle ispira silenzio e raccogliemento, è un luogo protetto naturalmente, dovunque io mi giri si aprono tombe. Grazie alla nostra dolce brezza, non si soffre il caldo che è sicuramente presente nella tarda mattinata e nel pomeriggio.Yasser, la nostra guida, egittologo del Cairo, ci rende noto, oltre al fatto che nella Valle non sia consentito fotografare nè filmare, che col nostro biglietto possiamo visitare tre tombe. Fra queste tre non è contemplata la visita a quella celeberrima di Tuthankamon, per la quale v'è una biglietteria a parte... Non mi dispiace, non ci tenevo a visitarla, so bene che la tomba in sè non ha nulla di straordinario. Entriamo invece in quella di Ramses III, grande e ancora stupendamente affrescata. Yasser ci spiega cosa vedremo fuori da ogni ipogeo, ma quando entriamo qualcuno dei nostri s'è dimenticato a cosa servono le nicchie laterali, così mi fermo a spiegarlo e rispondo anche a chi ha dei dubbi su chi è il faraone o che dèi sono raffigurati con lui. La tomba è davvero bellissima, e data la sua grandezza non è nemmeno tanto affollata.
All'uscita apprendo che la seconda tomba che visiteremo è quella di Ramses I, e qui non posso fare a meno di lasciarmi andare ad una piccola esultanza. Questa era una della tombe che volevo proprio vedere. Questo faraone è il nonno di Ramses II, e ha perciò per me una notevole rilevanza, visto che dalla notte dei tempi provo una forte devozione per il costruttore di Abu Simbel. Mentre scendo la ripidissima scalinata, sono disturbata dalla fiumana di gente che quasi mi impedisce la discesa, ma riesco comunque a pensare che lungo quei gradini ha sicuramente posato i suoi piedi Sethi I, altro grandissimo faraone figlio del proprietario della sepoltura e padre di Ramses II, visto che era sempre il successore designato che perpetrava i riti di resurrezione alla mummia paterna. La tomba è piccola, ma sgargiante. Il sarcofago reca ancora traccia di colore, e il colore di sfondo delle pareti affrescate è azzurro/nembo, un pigmento che sembra preparato ieri invece che 3500 anni fa. Seguiamo uno stretto percorso circolare attorno al grande sarcofago, quindi risaliamo alla luce. Che fiatone! La scala è veramente ripidissima!
Yasser ci spiega la terza tomba che visiteremo, e la mia speranza viene un po' delusa. Avrei voluto metter piede nella tomba di Sethi I (so che quella di Ramses è stata rovinata dalle alluvioni), la più grande della Valle, ma pare che questa visita non sia prevista, mentre veniamo scortati verso la tomba di Ramses VI... Siamo già in epoca decandente, ma anche la terza tomba è interessante e conserva bei colori e rilievi raffinati. All'uscita mi guardo spesso indietro: su una di queste alte montagnole di detriti, Ramses si isolava a meditare. Piacerebbe anche a me fermarmi un attimo e ripensare a ciò che ho appena visto, a stampare nella mente la bellezza della valle, coi suoi colori ocra baciati dal primo sole, ma il programma di oggi è pienissimo e il ritmo si annuncia già frenetico. Senza smettere di voltarmi, vado via e salgo sul trenino, con la promessa di tornare.

DEIR EL BAHARI - TEMPIO FUNERARIO DI HATSHEPSUT


Risaliamo in bus per un breve tratto, il tempo di splamare un po' di creama solare, e veniamo di nuovo traghettati in trenino verso il tempio della regina-faraone Hatshepsut (XVIII dinastia). Il tempio rupestre (o semi-rupestre) ci appare da lontano, perfettamente incassato nel versante opposto della Valle, dentro la Montagna Tebana, che già da sola è uno spettacolo; ha colori cangianti, gialli e ocra, poi rossi... È qualcosa di maestoso. Non mi stupisce affatto che gli antichi la considerassero sacra.

Quando arriviamo ai piedi del tempio, mi accorgo che anche qui i visitatori non mancano, sottraendo poesia al nuovo momento di gloria. Il fatto poi che io abbia bisogno di immortalare ogni angolino che sto vedendo con la mia piccola digitale, mi impedisce di isolarmi per "sentire" i luoghi dentro di me, ma d'altra parte, devo pur fare delle foto, no?
Dopo la spiegazione, Yasser ci lascia vagare soli per il tempio, così facciamo una lunghissima passeggiata per le rovine giallognole. L'architettura è bellissima, le statue sono perfette e in alcune zone ci sono dei colori vivissimi! Arriviamo fino in fondo, dove ci imbattiamo in un cancello: la parte totalmente rupestre del tempio evidentemente non è visitabile.Facciamo anche incontri un po' loschi. Un poliziotto ci chiede la macchina fotografica, offrendosi di farci delle foto dentro il colonnato, là dove non si potrebbe entrare. Beh, è un poliziotto, perciò accettiamo. Si guarda intorno in modo molto circospetto, e si tiene la nostra macchina per ben tre scatti. Io vorrei prendergliela e andar via, ma questo è armato, meglio assecondarlo. Alla fine ci chiede dei soldi, come avevo immaginato, e quando gli do due euro, mi fa cenno che ne vorrebbe la stessa quantità per tutti e tre! No, non se ne parla, prendiamo la macchina fotografica e ce ne andiamo veloci. Da questo momento in poi, non permettiamo più a nessuno di farci foto o farsi fotografare con noi! Dopo aver immortalato per bene tutti gli angoli e lo splendido paesaggio del quale si gode da sopra le terrazze, ci ricongiungiamo con Yasser, pronti per andare di filata alla nostra prossima meta. Sono circa le dieci del mattino, ma il caldo è dolce e per niente aggressivo. Un clima del genere mi dà davvero tanta energia!

VALLE DELLE REGINE

La prossima tappa è la Valle delle Regine, il luogo dove venivano sepolti mogli e figli dei faraoni del Nuovo Regno. Yasser ci racconta in bus alcuni accenni riguardo questa Valle, e ci rende noto, ahimè, che la celeberrima Tomba di Nefertari (moglie di Ramses) è chiusa al pubblico da circa sei anni. La notizia in parte mi rattrista, perchè non potrò entrare a vederla, ma in buona parte mi rassicura sul fatto che questa misura è certamente un'ottima cosa per la preservazione di questa Cappella Sistina del mondo antico. Sono un po' fra le nuvole, sto ancora pensando alla fugace visione del Ramesseo che ci è apparso dal nulla e che fortunatamente sono riuscita a fotografare dal vetro del bus.

Mi rendo conto che Yasser ha ragione quando dice che per vedere tutta Luxor ci vorrebbe una settimana e non solo un giorno!! Di nuovo mi riprometto di tornare per vedere tutti i tasselli mancanti del puzzle.
Scendiamo e, a piedi, attraversiamo la Valle minore, non meno pacifica e splendida di quella principale. Nella passeggiata verso un parasole, passiamo davanti all'entrata della Tomba di Nefertari, che riconosco immediatamente. L'ho vista in cento libri, non mi posso sbagliare. Scatto una foto.

Qui, al contrario della Valle dei Re dove è proibito, è consentito l'uso del materiale fotografico almeno all'esterno delle tombe. Ci fermiamo all'ombra e Yasser ci dà la sua spiegazione dettagliata prima di lasciarci entrare nelle due tombe designate. Mi dà, tra l'altro, un'informazione della quale ero stranamente all'oscuro: secondo quanto ci raconta, è stato Ramses il primo faraone a inaugurare la Valle delle Regine, con la costruzione della Tomba di Nefertari. Questa informazione è frutto di una confusione con Ahmes-Nefertari, un'altra regina più antica, sposa di Ahmosi, considerato uno dei fondatori della Valle dei Re.
È il momento di entrare negli ipogèi. Il primo è la tomba della regina Titi, davvero degna di nota. Gli affreschi sono ben conservati e le scene vivide. Qui c'è meno folla, anzi, c'è poca gente, quindi riesco a godermi meglio la visita in tutto relax. Verifico personalmente il fatto che le necropoli egizie non hanno nulla di angosciante nè di lugubre, quindi il giro è veramente piacevole anche per l'animo.
Secondariamente entriamo nella tomba di Amon-her-Kopershef, figlio di Ramses III (che ispirandosi al regno di Ramses II, il quale governò circa cento anni prima di lui, diede al suo primogenito lo stesso nome del primogenito di Ramses II). Questa tomba mi piace anche più della precedente. I colori sono brillanti, ben conservati, e ci sono tantissime scene col principe e suo padre contornati dagli dèi.
È però ora di andare, così lasciamo mestamente la Valle delle Regine. Ci aspettano altre due visite, che fra l'altro aspettavo con ansia; i templi di Luxor e Karnak.